Fibromi uterini: un aiuto dalle sostanze naturali

Buongiorno amiche, oggi ho una bella novità da raccontarvi!

Ho appena scoperto che, a quanto pare, esistono delle molecole naturali che possono aiutare nella gestione di quei fibromi uterini che non devono essere operati (per esempio quelli asintomatici e di piccole dimensioni).

Cercando informazioni su terapie alternative per il trattamento dei fibromi ho trovato un articolo della dottoressa Giusi Porcaro che racconta che diversi studi scientifici recenti hanno dimostrato come alcune sostanze naturali come le Epigallocatechine gallato contenute nel tè verde e la Vitamina D possono aiutare nella lotta ai fibromi uterini e a mantenere sano l’utero.

Epigallocatechine Gallato

Le Epigallocatechine gallato (EGCG) sono la principale catechina contenuta nel tè verde, un prodotto naturale, che ha dimostrato di avere numerosi effetti benefici a livello biologico: effetti antinfiammatori, anti proliferativi e antiossidanti.

L’efficacia delle Epigallocatechine gallato sui fibromi è stata osservata in uno studio clinico condotto da Eman Roshdy e altri studiosi, pubblicato sull’International Journal of Women’s Health. I risultati hanno dimostrato che questa sostanza è in grado di inibire la proliferazione dei leiomiomi, agendo sulla riduzione del volume e del peso del fibroma stesso. Ricordiamoci che i fibromi altro non sono che tumori benigni che si sviluppano dalle iperproliferazione delle cellule della muscolatura liscia dell’utero.

L’articolo che cito è accessibile pubblicamente e potete trovalo qui:
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/23950663/

Questi risultati rappresentano un’alternativa davvero attraente per la gestione di lungo periodo dei fibromi, e potrebbero aiutare anche a contrastare lo sviluppo di sintomi più gravi risolvibili di solito solo attraverso un intervento chirurgico.

La Vitamina D

La Vitamina D esercita importanti azioni nell’organismo umano e svolge una potente azione immunomodulatoria e antiproliferativa.

Rispetto ai fibromi uterini, una delle scoperte più interessanti è che la carenza di Vitamina D è stata recentemente associata a una maggiore prevalenza di fibromi uterini. Michał Ciebiera e altri autori hanno riportato che i livelli nel sangue di Vitamina D sono inversamente correlati alla gravità dei fibromi. Inoltre, La Vitamina D sarebbe in grado di inibire l’angiogenesi (sviluppo di nuovi vasi sanguigni) e di stimolare l’apoptosi cellulare (morte delle cellule).

Lo studio è stato pubblicato sull’International Journal of Molecular Science e potete trovarlo qui:
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5751189/pdf/ijms-18-02586.pdf

In sintesi, sia gli studi che la letteratura scientifica dimostrano come ci siano sostanze naturali, quali l’Epigallocatechina gallato e la Vitamina D, che possono rappresentare un valido aiuto nel mantenere sano, e senza fibromi, il nostro utero.

Come si assumono queste sostanze? Ovviamente, in primis, è fondamentale adottare una corretta ed equilibrata alimentazione (che faticaccia in questi giorni strani in cui non so voi ma io non faccio altro che sfornare dolci, focacce, paste al forno e compagnia bella!). E poi è possibile valutare l’introduzione di alcuni integratori.

Ho scoperto che in commercio esiste un complemento alimentare che si chiama Delphys che è proprio a base di queste sostanze. Chiedete al vostro medico cosa ne pensa, io intanto cerco di reperire maggiori dettagli in merito e di capire se qualcuna di voi l’ha già utilizzato e ha voglia di raccontarci!
Anzi se avete qualche informazione aggiuntiva scrivetela nei commenti!

Come affrontare la paura nei confronti del Covid-19

Buongiorno a tutte, oggi, nel mio appuntamento mensile insieme a voi, avrei voluto parlarvi dell’importanza di condividere le emozioni con le persone che ci stanno accanto. Ma in questo momento storico, è un’altra l’urgenza: riflettere ed orientare al meglio i nostri pensieri, emozioni e comportamenti – individuali e collettivi – di fronte al problema Covid-19.

Per fare questo, ho scelto di condividere con voi alcuni spunti forniti dall’ORDINE NAZIONALE DEGLI PSICOLOGI.

La paura è un’emozione potente e utile. E’ stata selezionata dall’evoluzione della specie umana per permettere di prevenire i pericoli ed è quindi funzionale a evitarli.

La paura funziona bene se è proporzionata ai pericoli. Così è stato fino a quando gli uomini avevano esperienza diretta dei pericoli e decidevano volontariamente se affrontarli oppure no.

Oggi molti pericoli non dipendono dalle nostre esperienze. Ne veniamo a conoscenza perché sono descritti dai media e sono ingigantiti dai messaggi che circolano sulla rete. Succede così che la paura diventi eccessiva rispetto ai rischi oggettivi derivanti dalla frequenza dei pericoli. In questi casi la paura si trasforma in panico e finisce per danneggiarci.

Si ha più paura dei fenomeni sconosciuti, rari e nuovi, e la diffusione del Coronavirus ha proprio queste caratteristiche.

Pertanto, qui vi offro il piccolo decalogo anti-panico:

  1. Attenersi ai fatti, cioè al pericolo oggettivo.
    Il Coronavirus è un virus molto contagioso ma come ha sottolineato una fonte OMS su 100 persone che si ammalano 80 guariscono spontaneamente, 15 hanno problemi gestibili in ambito sanitario.
  2. Se il panico diventa collettivo molti individui provano ansia e desiderano agire e far qualcosa pur di far calare l’ansia, e questo può generare stress e comportamenti irrazionali e poco produttivi.
  3. Farsi prendere dal contagio collettivo del panico ci porta a ignorare i dati oggettivi e la nostra capacità di giudizio può affievolirsi.
  4. Pur di fare qualcosa, spesso si finisce per fare delle cose sbagliate e a ignorare azioni protettive semplici, apparentemente banali ma molto efficaci .
  5. In linea generale troppe emozioni impediscono il ragionamento corretto e frenano la capacità di vedere le cose in una prospettiva giusta e più ampia, allargando cioè lo spazio-tempo con cui esaminiamo i fenomeni.
  6. E’ difficile controbattere le emozioni con i ragionamenti, però è bene cercare di basarsi sui dati oggettivi. La regola fondamentale è l’equilibrio tra il sentimento di paura e il rischio oggettivo.
  7. L’indignazione pubblica sui media accentua alcune paure, come quelle per gli attacchi terroristici e i criminali armati, e induce a sottovalutare altri pericoli oggettivi a cui siamo abituati. Le caratteristiche del panico per coronavirus lo avvicinano ai fenomeni improvvisi e impressionanti che inducono panico perché sollevano l’indignazione pubblica.
  8. Siamo preoccupati della vulnerabilità nostra e dei nostri cari e cerchiamo di renderli invulnerabili. Ma la ricerca ossessiva dell’invulnerabilità è contro-producente perché ci rende eccessivamente paurosi, incapaci di affrontare il futuro perché troppo rinchiusi in noi stessi.

In conclusione: riduci la sovraesposizione alle informazioni dei media. Una volta acquisite le informazioni di base su che cosa succede e che cosa fare, è sufficiente verificare gli aggiornamenti sulle fonti affidabili, quali:
Ministero della Salute: http://www.salute.gov.it/nuovocoronavirus

Istituto Superiore di Sanità: https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/

Si hanno così tutte le informazioni necessarie per proteggersi, senza farsi sommergere da un flusso ininterrotto di “allarmi ansiogeni”. E’ bene proteggere anche i bambini. Se ci interrogano, daremo sempre la nostra disponibilità a parlare serenamente di quello che possono aver sentito e li spaventa correggendo un quadro statisticamente infondato.

E’ meglio non esporli alle informazioni allarmistiche di cui sopra.

NON TI VERGOGNARE DI CHIEDERE AIUTO

Se pensi che la tua paura ed ansia siano eccessive e ti creano disagio non avere timore di parlarne e di chiedere aiuto ad un professionista. Gli Psicologi conoscono questi problemi e possono aiutarti in modo competente.

Tutti possiamo avere necessità, in certi momenti o situazioni, di un confronto, una consulenza, un sostegno, anche solo per avere le idee più chiare su ciò che proviamo e gestire meglio le nostre emozioni, e questo non ci deve far sentire “deboli”.

Non è debole chi chiede aiuto per aumentare le proprie risorse e quelle dei suoi cari.

Trattamento dei fibromi con ultrasuoni focalizzati all’Aquila

Come vi avevo anticipato tempo fa, purtroppo all’Ospedale Niguarda il trattamento dei fibromi con ultrasuini focalizzati è bloccato perchè il macchinario è in riparazione.

Qualche giorno fa però Francesca mi ha dato una buonissima notizia: è possibile farlo all’Aquila! Qui se ne occupa il dottor Mascaretti.

L’iter da seguire è il seguente.

E’ necessario prenotare una visita privata con il dottor Mascaretti  (perchè da poco è andato in pensione). Dopo la visita il trattamento avviene in ospedale, in convenzione con il SSN. Qualora non si risultasse idonee agli ultrasuoni focalizzati, il dr Mascaretti può effettuare anche un intervento di embolizzazione.

Le visite private possono essere effettuate a Pescara, l’Aquila e a Roma. Il costo dovrebbe essere di circa 200 euro ed è comprensivo di due ecografie. Questo però è l’unico costo da sostenere per poi sottoporsi agli ultrasuoni focalizzati.

Per prendere appuntamento si può telefonare dalle 15.30 alle 18.30 al numero 08621966335.

Alla visita occorre portare una risosanza magnetica del piccolo bacino con e senza mezzo di contrasto.

Non so darvi informazioni più precise sul dr Mascaretti perchè non lo conosco personalmente, non gli ho mai parlato e non ho mai avuto feedback sul suo operato. E’ mia intenzione contattarlo e intervistarlo per il blog. Mi fido tuttavia del giudizio di Francesca, perciò sono molto felice di potervi dare questa buona notizia!

Invito inoltre chiunque di voi abbia avuto modo di conoscerlo o anche di sottoporsi a ultrasuoni focalizzati a l’Aquila a darci qualche altra informazione!

Caratteristiche e modalità di assunzione di Esmya: risponde il dr Uccella

Come vi avevo promesso, il dr Uccella, Primario di Ostetricia e Ginecologia presso l’ospedale di Biella, mi ha aiutata a fare un po’ di chiarezza su Esmya, rispondendo alle domande preparate per lui con il vostro contributo.

Ho diviso la sua intervista in due parti, perchè era lunghissima. In questa prima parte troverete informazioni ulle caratteristiche e modalità di assunzione di Esmya. Nei prossimi giorni pubblicherò poi la seconda parte (forse quella che più vi interessa!), relativa agli effetti collaterali di Esmya e a quello che succede dopo la terapia.

Intanto, una premessa da parte del dottore..

Innanzitutto, oltre ai ringraziamenti ed ai complimenti per il suo sito (che mi sembra
fatto con molta precisione e grande competenza), desidero fare quella che si chiama “intellectual disclosure”, ovvero spiegare brevemente il mio punto di partenza (o di vista): ciascuno di noi ha una sua storia e dalle proprie convinzioni che inevitabilmente influenzano il proprio modo di vedere e di pensare. Io mi occupo principalmente (anche se non solo) di chirurgia e spesso a me le donne si rivolgono per risolvere in modo chirurgico i loro problemi. Detto questo, prescrivo
Esmya, in quanto si tratta di un farmaco che può rappresentare una alternativa
all’intervento e spesso lo evita.

Funzionamento e Assunzione di Esmya

Che cos’è Esmya?
Esmya è un farmaco che si assume per bocca sotto forma di compresse, tutti i giorni, per periodi (ripetibili) di tre mesi.

Come funziona e a cosa serve?
Tecnicamente si tratta di un “modulatore selettivo dei recettori del progesterone”. Al di là di queste parole, che possono sembrare tecniche ed oscure, è un farmaco selettivo che blocca il legame del progesterone (che rappresenta uno dei migliori “carburanti” per la crescita del fibroma) con il fibroma stesso. Bloccare questo legame, significa togliere potenzialità di crescita al fibroma.
La sua utilità principale è quella di ridurre, fino spesso ad azzerare il flusso mestruale quando lo si assume. Sappiamo che le emorragie sono uno dei segni più frequenti dei fibromi. Questo farmaco blocca tale condizione in un’elevata percentuale di casi.
Un altro effetto positivo è la riduzione del volume del fibroma.

Perché usarla? Quali sono i vantaggi?
I vantaggi sono il controllo dei
sintomi principali del fibroma (emorragie e senso di peso o compressione legata alla massa del fibroma) attraverso l’assunzione di una compressa per bocca. A mio modo di vedere (e sebbene io sia un chirurgo) il vantaggio principale del farmaco è quello di evitare la chirurgia in una buona percentuale di casi (dal 30 al 70% a seconda delle casistiche). Gli effetti di Esmya poi, si mantengono in molti casi per diverso tempo dopo la cessazione del farmaco.

Oltre all’efficacia clinica, quali altri benefici/vantaggi è importante considerare per la donna? (es. qualità di vita, possibilità di avere un figlio, voglia di mantenere l’utero sano)
I dati scientifici disponibili ci dicono che con Esmya la qualità della vita migliora rispetto al non eseguire terapia o alle principali alternative disponibili. Si tratta di una terapia conservativa, che permette di mantenere l’utero e sono descritte molte gravidanze dopo terapia con Esmya.

Può essere usata come terapia per “mantenere sotto controllo la situazione”?
Personalmente non mi piace utilizzare l’espressione “mantenere sotto controllo…”. Io sono profondamente convinto del fatto che la medicina è una scienza e quindi dovremmo dare sempre risposte scientifiche, comprovabili e ripetibili alle nostre pazienti. Le armi che abbiamo a disposizione per combattere le patologie sono i farmaci, la chirurgia, la terapia fisica e gli integratori. Ciascuna categoria ha pro e contro, vantaggi, svantaggi e potenziali rischi. Esmya va dato se c’è una chiara indicazione (i fibromi uterini sintomatici) e laddove non vi sia alcuna controindicazione (ovvero una patologia nota a livello del fegato)

Quante speranze ci sono che Esmya riduca le dimensioni dei miei miomi quando sono molto grossi (7-10cm)?
Esmya riduce il volume dei fibromi in modo significativo in circa il 70% dei casi. Se però si pensa che da 10 cm il fibroma possa passare a 0, questo è decisamente poco probabile. Tuttavia bisognerebbe contestualizzare la faccenda: i fibromi affliggono circa l’80% delle donne prima della menopausa. L’Italia è il paese europeo con la più alta prevalenza di fibromatosi. Ma per fortuna solo un quarto delle donne con fibroma è sintomatica. Sono queste le donne che hanno bisogno di una qualche terapia, che sia farmacologica, chirurgica o fisica. Tante altre hanno un fibroma ma stanno bene. Se un fibroma passa da 10 a 4 cm ma la donna ha ancora sintomi, il problema non è risolto. Se invece passa da 10 a 6 cm ma la donna non ha più sintomi, questo è decisamente un ottimo risultato.

Come agisce Esmya in presenza di fibromi colliquati? E sulle cisti?
L’Esmya non ha alcuna efficacia sulle cisti. E’ un farmaco che ha effetto solo sui fibromi, di qualunque tipo essi siano (inclusi quelli colliquati).

E come va assunta? Si prende senza giorni di interruzione da un mese all’altro? Per quanto tempo va assunta?
E’ un farmaco che va assunto tutti i giorni. Non è una pillola contraccettiva e quindi non va interrotta. Peraltro, la pillola contraccettiva con estrogeni e progesterone non è una terapia per la fibromatosi uterina, sebbene essa venga spesso prescritta in tale condizione. Esmya va assunto per tre mesi e poi si esegue una pausa di 2 mesi, durante la quale si effettua un controllo clinico.

Se il ciclo scompare del tutto durante la terapia, come comportarsi?
Uno degli obiettivi della terapia per la fibromatosi uterina è sospendere il ciclo
temporaneamente, soprattutto in quelle donne che hanno mestruazioni eccessivamente abbondanti. In queste situazioni, sospendere il ciclo in donne che spesso hanno purtroppo una grave anemia per colpa della fibromatosi, porta ad un miglioramento netto dell’emoglobina e dei depositi di ferro.
Molto spesso le donne sono spaventate dal non avere il ciclo o associano l’assenza della mestruazione al fatto di essere in menopausa. Ma non è assolutamente così.
Nell’antichità le donne mestruavano pochissime volte nel corso della vita (prevalentemente a causa delle gravidanze e dell’allattamento, ma non solo). E ci sono diverse prove scientifiche che ci fanno verosimilmente pensare che patologie come l’endometriosi e la fibromatosi fossero molto poco frequenti proprio grazie alla correlazione che esiste tra assenza di ciclo e assenza di tali condizioni.

E’ normale che si presentino delle perdite ematiche?/ Possono presentarsi delle perdite ematiche?
Le perdite ematiche durante assunzione di Esmya sono più ferquenti all’inizio della terapia, per poi solitamente ridursi via via.

E’ normale avere delle perdite dopo un rapporto?/Possono verificarsi delle perdite dopo un rapporto?
Le perdite dopo i rapporti (sia durante terapia con Esmya che non) dovrebbero essere sempre un sintomo che impone alla paziente di rivolgersi al Ginecologo.
Non ha a che fare con Esmya bensì con lo screening delle patologie displastiche
del collo dell’utero.

Durante la terapia con Esmya si possono assumente antinfiammatori? Antidolorifici? Ci sono farmaci in particolare che devono essere evitati?
Non vi sono limitazioni né per quanto riguarda gli anti-infiammatori né gli antidolorifici. Allo stesso modo, non vi sono al momento interazioni descritte con altri farmaci.

Sedute psicologiche gratuite per le amiche di Maledetto Fibroma

Vi avevo già raccontato tempo fa della collaborazione intrapresa con la dottoressa Simona Tomasi Cont, psicologa e psicoterapeuta. Credo abbiate anche letto i suoi articoli a proposito della gestione della rabbia.

Come ho già preannunciato a qualcuna di voi, sono felice di dirvi oggi che la dottoressa Tomasi Cont mette a disposizione di tutte le amiche di Maledetto Fibroma che necessitano mezz’ora di consulenza gratuita! Dato che siete sparse per l’Italia (anzi per il mondo!) la consulenza verrà effettuata tramite Skipe o Hangouts.

Non si preoccupino le meno tecnologiche perchè sarà semplicissimo e comunque vi darò tutte le istruzioni del caso.

Con la dottoressa potrete affrontare tematiche legate al fibroma ma non solo, o meglio non per forza. Potrete chiederle aiuto per sbrogliare la matassa dei vostri pensieri, per superare un trauma, per elaborare un dolore, per affrontare un momento di difficoltà. Con lei potrete parlare a cuore aperto, come ad un’amica, e potrete ricevere consigli professionali ed efficaci.

Potrete parlarle solo una volta, per affrontare un problema, piccolo o grosso che sia, o intraprendere un vero e proprio percorso psicoteraputico. Obiettivo finale, ovviamente, il vostro benessere!

Sono certa che il supporto della psicologa sarà utile a molte di voi e felicissima oggi di offrirvi questa preziosa opportunità.

Potete prenotare la vostra mezzora di consulenza gratuita qui sotto nei commenti o anche su Facebook, sempre commentando l’articolo. La dottoressa raccoglierà le richieste e io fornirò il vostro contatto affinchè lei possa scrivervi e accordarsi per la seduta.

Non vedo l’ora di partire con questo nuovo progetto, tutto per voi! Prenotatevi!