L’intervento in Laparotomia di Luana

Luana è stata operata in laparotomia per la rimozione di ben 12 fibromi. Leggete la sua testimonianza, piena di coraggio e di speranza per tutte noi.

Ciao,
oggi voglio raccontarvi la mia storia e come ho scoperto di essere affetta da fibromi uterini.

Tutto è incominciato nel 2019 quando, durante un controllo ecografico di routine, la mia
ginecologa mi ha comunicato la presenza di un fibroma uterino intramurale di circa 4 cm e
di altri tre fibromi più piccoli (non ne ricordo esattamente dimensioni e localizzazione).
Allarmata dalle dimensioni dei miomi e forse anche per eccesso di zelo, il medico mi
consigliò di effettuare una risonanza magnetica con urgenza. Potete immaginare l’ansia
che provai nelle settimane che intercorsero tra la prenotazione e l’effettuazione
dell’esame; fortunatamente l’esito della risonanza escluse la presenza di una patologia
tumorale maligna. All’epoca io avevo 29 anni e non vedevo ancora all’orizzonte la
prospettiva di una gravidanza futura (ahimè sono ancora in cerca della materia prima),
pertanto, esclusa la possibilità che fosse qualcosa di più preoccupante di un “semplice
fibroma” la dottoressa mi consigliò delle visite di monitoraggio periodiche.

Ad ogni controllo sempre la stessa storia, i fibromi continuavano a crescere ma io non avevo grandi disturbi, solo qualche ciclo mestruale un’ po’ più abbondante ma, considerando la mia situazione
clinica (dimensioni e localizzazione dei miomi), secondo il mio medico avrei dovuto avere
molti più fastidi. Mi fu tuttavia chiaro dall’inizio che comunque sarebbe arrivato il giorno in
cui sarei dovuta intervenire chirurgicamente, ed infatti, all’ultimo controllo effettuato il
10/06/2021 il mioma più grosso aveva raggiunto i 10 cm di diametro insieme agli altri di 3,
7, 5 e 4 cm circa. La dottoressa fu quindi diretta e mi disse: “è arrivato il momento che
leviamo questi fibromi, con questo utero non potresti sicuramente avere una gravidanza !.”

E così tornai a casa con la consapevolezza che quel giorno era arrivato, ma da allora
iniziò solo una spirale di altri controlli e pareri medici compreso quello del mio ginecologo
storico che sentenziò “ non so se con questa situazione riusciamo a salvare l’utero, il
fibroma è grosso !”.

Parole forti che mi fecero cadere in settimane di sconforto e
depressione. Ci volle un po’ per metabolizzare che forse avrei dovuto levare l’utero e,
credetemi, non solo per il desiderio di diventare mamma ma anche perché l’utero è
sinonimo di femminilità; è l’organo che dona la vita ma è anche quello che ci caratterizza
come donne; era come mi stessero preannunciando la privazione di una parte
fondamentale dell’essere una giovane donna. Tutto ciò fu anche amplificato
dall’esperienza negativa che visse mia madre a 35 anni e che prepotentemente tornava
alla mente. Infatti, anche lei soffrì di fibromi uterini e fu costretta ad una isterectomia
qualche anno dopo la mia nascita , rassegnandosi così ad avere una sola figlia.


Tuttavia, non volevo arrendermi all’idea che nel 2021 nessun passo avanti fosse stato
fatto rispetto a 30 anni prima, quindi iniziai a documentarmi su internet sugli specialisti da
consultare e le eventuali opzioni terapeutiche alternative ma non senza ansia o paura per
l’eventuale risposta. In particolare decisi di ascoltare due pareri medici: quello del dottor
Legge
, direttore del reparto di ginecologia ed ostetricia dell’ospedale Miulli di Acquaviva
delle Fonti e il professor Scambia, direttore del reparto di ginecologia del Policlinico
Gemelli a Roma. Entrambi mi rassicurarono e proposero lo stesso approccio terapeutico
chirurgico in laparotomia; in questo modo si sarebbe potuto lavorare meglio, levare anche i
fibromi più piccoli e ricostruire l’organo.

Considerando i tempi d’attesa della sanità
pubblica, anche per via del covid, decisi di eseguire l’intervento in regime privato per poter
pianificare la data e organizzarmi al meglio con lavoro ed assistenza nel post operatorio;
non restava quindi che decidere a quale professionista e struttura affidarmi. In questo
caso ho seguito un pò l’istinto; infatti dal primo momento il dottor Legge mi ispirò molta
positività e fiducia e in più operava in Puglia, nella mia regione di origine, con molteplici
vantaggi sotto il profilo organizzativo.

Voglio tuttavia precisare che anche il professor Scambia mi ha fatto un’ottima impressione, unica nota negativa forse dovuta alla sensazione di sentirmi un po’ spaesata nella realtà enorme del Policlinico Gemelli.
Trascorsa l’estate con maggiore tranquillità ma sempre con il pensiero fisso all’intervento,
arrivò settembre e programmai l’operazione per il giorno 11/09.


Fui accolta benissimo in ospedale e anche il giorno dell’intervento fui accompagnata in
sale operatoria da un infermiere molto simpatico che fece di tutto per distrarmi nonostante
io fossi già abbastanza tranquilla. Dell’operazione ho ricordi saltuari essendo stata
sottoposta ad una anestesia integrata vale a dire un misto tra una epidurale e una
anestesia totale con una leggera sedazione; ma due cose ricordo chiaramente: una
sensazione di vomito che ha costretto il chirurgo a fermarsi un attimo durante l’operazione
e le parole del medico che diceva “Tra sei mesi possiamo pianificare una gravidanza”.
Al termine dell’operazione il medico mi spiegò che era andato tutto bene e che in realtà
avevano rimosso ben 12 fibromi; ebbene si da 4 certi ne hanno trovati e rimossi molti di
più ma l’organo era stato preservato!

Nonostante l’operazione non fosse stata una passeggiata io mi sentivo bene ma i fastidi iniziarono qualche ora dopo con un calo di pressione e un anomalo sanguinamento dal drenaggio endopelvico. Per qualche ora abbiamo temuto il peggio ma fortunatamente grazie ai medici e all’assistenza costante
degli infermieri la situazione rientrò evitando il rischio di una nuova operazione.

Come conseguenza dell’intervento ho sviluppato una grave anemia che mi ha
accompagnato nei giorni del ricovero in ospedale constringendomi anche a due trasfusioni
di sangue. Nonostante tutto, io mi alzavo, camminavo e mi sforzavo di mangiare seduta
con grande stupore dei medici che non si riuscivano a spiegare come riuscissi a stare in
piedi. Ancora oggi, dopo 2 mesi, non so bene quale fu il meccanismo che mi consentì di
reagire nonostante il dolore e la debolezza, ma quello che ancora oggi ricordo è che io
volevo essere forte, volevo reagire e uscire dall’ospedale.


Fortunatamente le trasfusioni sono state per me linfa vitale, hanno avuto un effetto
immediato, così dopo 5 gg sono uscita dall’Ospedale e sono tornata a casa con mamma e
papà coccolata e assistita durante la convalescenza. Non è stata una passeggiata il post
operatorio
, ma ogni giorno sentivo che facevo qualche passetto in avanti e piano piano
riuscivo a diventare più autonoma nelle attività quotidiane.


Oggi a distanza di due mesi, dopo controllo medico con esito positivo, ho ripreso
pienamente la mia vita, sono tornata a lavoro ho ripreso a fare sport a occuparmi delle
faccende domestiche; insomma ho ripreso in mano la mia vita ma con una
consapevolezza diversa dell’essere DONNA e con la speranza che il dolore provato e la
cicatrice che porto non siano stati vani ma che mi consentano quantomeno di avere una
chance per diventare una mamma in futuro. Non arrendetevi, informatevi dai medici,
cercate, documentatevi da fonti attendibili e seguite l’istinto che vi indicherà la strada
giusta. Quello che voglio fare appena possibile? Riprendere a donare il sangue, per
aiutare chi ne ha bisogno e ricambiare ciò che io ho ricevuto e mi ha ridato la vita.

Un grosso in bocca al lupo cara Luana per la tua nuova vita senza fibromi!

Gravidanza dopo tre miomectomie laparotomiche

Giusi mi aveva già scritto nel 2019 per chiedere testimonianze riguardo la possibilità di una gravidanza dopo una laparotomia, anzi dopo aver subito due interventi per la rimozione di fibromi.

Qualche tempo fa mi ha riscritto perchè purtroppo dovrà subire un terzo intervento, ed ovviamente è molto preoccupata.

Salve! Ho effettuato a distanza di 3 anni 2 interventi di miomectomia laparotomica per fibromi intramurali e sottosierosi
Adesso sono in attesa di eseguire la fivet, (tube danneggiate)… ho 34 anni.

Sono molto preoccupata, ho già altri piccoli fibromi, il più grande di circa 2,7 cm… chi ha avuto una esperienza simile? Soprattuto…. Dopo due interventi in laparotomia potrei avere tanti rischi? Grazie

Io le ho raccontato di aver subito ben 4 interventi chirurgici. Due miomectomie per la rimozione di fibromi e due tagli cesarei per i parti dei miei bambini. Qualcuna di voi ha invece esperienza di gravidanza e parto dopo tre miomectomie?

La miomectomia in laparotomia di Valentina

Questo mi scriveva Valentina prima di sottoporsi a miomectomia laparotomica per la rimozione del suo fibroma.

Intanto un caro saluto a tutte e un grazie per il servizio che fate verso altre donne che come me si trovano nella vostra situazione e sono terrorizzate per ciò che devono affrontare.
Mi chiamo Valentina ed il 7 giugno sarò sottoposta ad un intervento di miomectomia in laparotomia per rimuovere un fibroma sottosieroso di 9 cm e spero sia solo quello visto che ho già avuto il piacere di diventare mamma 2 volte con 2 tagli cesari per cui nonostante il mio ginecologo mi abbia già detto che farà il possibile per salvare il mio utero non ha escluso che debba togliere anche il resto, tutto dipenderà da quello che troverà una volta aperto.


Ho piena fiducia in lui, avevo 19 anni la prima volta che mi ha visitata e oggi ne ho 37, con me non ha mai sbagliato, anche nella scelta di non darmi mai anticoncezionali visto che in entrambe le gravidanze mi è venuta la colestasi gravidica (il mio fegato non riesce a tenere la carica ormonale e riversa sali biliari nel sangue che possono provocare la morte del feto e la cirrosi epatica alla madre) ma sono ugualmente terrorizzata, dormo più, mi faccio mille domande, non sopporto più chi mi sta intorno e mi dice frasi fatte tipo “ così ti togli il pensiero” ma sto diventando anche insopportabile con mio marito che mi ama così tanto da sopportare ogni mio scatto d’ira…vi prego aiutatemi perché così al 7 rischio di non arrivarci

Ed ecco la sua bella testimonianza dopo l’intervento..

Si sto decisamente meglio, il mio utero è stato salvato e nonostante non sia stata una passeggiata( mi dicevano essere come un cesareo ma anche no) e ho avuto una complicanza a causa di un’ infezione virale (presa probabilmente in sala operatoria) all’orecchio che mi ha colpito il nervo vestibolare (il mondo intorno a me girava anche ad occhi chiusi) e che non hanno potuto curare perché ero sotto eparina è passata.

Grazie sempre per tutto 

L’unica cosa che mi ha lasciato è un senso di disagio/oppressione il primo giorno di ciclo cosa che io quando arrivava non me ne accorgevo nemmeno.

Grazie mille Valentina per la tua testimonianza, che senz’altra sarà utile a chi stà vivendo una situazione simile alla tua.

Flavia cerca un ginecologo di fiducia a Palermo

Flavia non vuole arrendersi all’isterectomia, soluzione che per ora le hanno prospettato. Abita a Palermo e stà cercando un ginecologo cui affidarsi nella sua città. Stà valutando anche l’embolizzazione, ma non è sicura di voler percorrere questa strada.

Qualcuna ha un buon consiglio per lei?

Salve, mi chiamo Flavia e sono di Palermo.


Ho 52 anni e un fibroma di 9 cm. E’ stato ad 8 cm fermo per due anni. Quest’anno, secondo me anche per tutta sta situazione continua stressante, ha deciso di crescere. Ho usato solo omeopatia e fitoterapia, niente farmaci. Più o meno mi è cresciuto 1 cm l’anno, secondo me da quando ho interrotto una storia d’amore senza fine che non andava bene.

Credo che l’aspetto psicologico nelle malattie sia molto importante. Ho girato vari ginecologi e come sempre la risposta è stata di togliere l’utero. Io non credo che siamo stati creati con dei pezzi in più. E quindi me lo tengo.

Ho avuto emorragie anni fa quando era più piccolo. Ora non ne ho più. Prendo la tormentilla quando ho le mestruazioni. Da due mesi inizio ad avere dolori strani che non avevo, all’inguine, e giù o sù di lì, ma nessuna diagnosi mi è stata fatta.

Ho letto i due nomi da te segnalati in Sicilia, e in più ho trovato a Palermo questo articolo. Avendo avuto esperienze di medici davvero molto deludenti, mi piacerebbe avere dei contatti con donne siciliane che li hanno “provati”. Io non so ancora se mi sottoporrò all’embolizzazione. Vorrei vedere come vanno questi dolori strani.

Sicuramente ho bisogno di un punto di riferimento ginecologico UMANO. Grazie per il libro che hai scritto, spero arrivi al più presto.

Flavia

Alessia embolizzata all’Ospedale San Camillo

Alessia era destinata all’isterectomia totale, ma poi ha incontrato un medico che l’ha indirizzata al Dott. Stefano Pieri, che ha embolizzato il suo fibroma presso il reparto di Radiologia del San Camillo di Roma. Leggete la sua bella testimonianza!

Mi chiamo Alessia, ho 47 anni e sono di Roma.

Sono stata dimessa ieri dall’Ospedale San Camillo-Forlanini in seguito ad embolizzazione di un voluminoso fibroma uterino..

Problematica che mi tormenta da anni e contro cui ho dovuto combattere a lungo.

Dai 40 in poi, nelle varie visite ginecologiche ed ecografie transvaginali a cui mi sono sottoposta, sono stati sempre riscontrati miomi di considerevoli dimensioni che mi procuravano cicli abbondanti e sintomi da compressione, pesantezza al basso ventre e mal di schiena..

La sentenza senza possibilità di appello della maggior parte dei ginecologi che ho consultato era netta e spietata: isterectomia totale.

Immaginerete alla perfezione lo sconforto che mi ha sempre pervasa.

Solo un bravo medico ha avuto la delicatezza di informarmi, quattro anni fa, circa l’esistenza di un “nuovo” intervento mini invasivo che avrebbe potuto salvare il mio utero. L’embolizzazione del fibroma uterino, per l’appunto.

Mi inviò dal Dott. Stefano Pieri, al reparto di Radiologia del San Camillo Forlanini di Roma.

Il Dott. Pieri analizzò la mia condizione e, in seguito a risonanza magnetica con mezzo di contrasto, mi comunicò l’idoneità all’embolizzazione del fibroma.

La prima avvenne nel 2017. Da subito notai un’evidente riduzione della durata del ciclo da 10 giorni a 5). Stavo decisamente meglio. Ho fatto controlli annuali con risonanza e, dopo una iniziale riduzione del volume dei primi fibromi embolizzati, ho scoperto, durante la visita ginecologica annuale, dopo quattro anni, un nuovo ospite indesiderato di circa 16 cm. Perchè loro tornano, si riformano e crescono. Anche dopo una miomectomia, sia chiaro. La ginecologa di turno (ne ho cambiati almeno tre o quattro in questi anni) è stata nuovamente drastica, sebbene per nulla informata in materia. Miomectomia con asportazione della parte superiore dell’utero.

Non ho esitato un attimo. Ho richiamato il Dott. Pieri che, con le sue infinite professionalità e pazienza, mi ha nuovamente sottoposta a risonanza con mezzo di contrasto (il fibroma non misurava 16 cm bensì 10 ma era comunque troppo voluminoso e rischiavo crescesse ancora, non essendo ancora in menopausa e in balìa dei dispettosi estrogeni). Da lì, riconfermata l’idoneità, è stata programmata la nuova embolizzazione, effettuata martedì scorso.

Al momento non posso esprimermi del tutto, avendo i controlli per la verifica effettiva della riduzione del volume fra tre-sei mesi, ma la mia scelta e la mia fiducia in questa tecnica, praticata già da anni in diversi Paesi del mondo, resterebbero invariate.

Sarà comunque mia cura informarvi sui futuri benefici avvertiti.

La mia testimonianza è un invito a non arrendervi subendo la prima diagnosi.

Salvare l’utero spesso si può e si deve, ricorrendo alle aggiornate, sofisticate metodiche di trattamento praticate in Italia. La Scienza è stata protagonista di innumerevoli rivoluzioni.. Ignorarle significherebbe negare il progresso ed il rispetto per noi stesse in quanto donne.

Rivolgetevi con fiducia all’ospedale della vostra zona che pratica l’embolizzazione e affidatevi alle mani di un professionista. 

Ringrazio in primis il Dott. Stefano Pieri che mi ha operata e tutta la straordinaria equipe della Radiologia Vascolare ed Interventistica del San Camillo-Forlanini per la competenza che la contraddistingue.

A voi la mia complicità e il mio affetto.

Alessia